Il titolo, “Poste e telegrafi”, non lascia adito a dubbi. E nemmeno la copertina del cd, in cui la linea di comunicazione aerea sfila sopra un altro collegamento, forse ferrato. Naturalmente c’è un collegamento, e a spiegarlo a “Vaccari news” è lo stesso chitarrista, compositore e produttore, Alessandro Stefana, meglio conosciuto come “Asso”. Nato a Brescia nel 1981, si è fatto notare agli inizi del 2000 da artisti come Vinicio Capossela e Marco Parente, con i quali collabora stabilmente. Ora è membro di “Mondocane”, progetto di Mike Patton basato sulla reinterpretazione di brani italiani di mezzo secolo fa, oltre che intestatario dei “Guano padano”, trio rock, country, folk e psichedelico. “Prima di riuscire ad occuparmi della musica a tempo pieno -ammette- ho lavorato per tre anni come postino in un’agenzia recapito espressi. In realtà tentavo di far conciliare entrambe le cose, il lavoro sosteneva economicamente la musica. Avevo una vespa color amaranto e la sacca di pelle che un collega diventato tassista mi aveva passato come testimone. Sono stati anni abbastanza impegnativi, le due professioni avevano orari difficili da sostenere... Ho sempre amato i timbri e spedire pacchi e questo è un impiego che mi ha affascinato fin da subito. Anni dopo ho scoperto delle somiglianze con quello del musicista: per un certo senso di «libertà», per il venire a contatto con persone e situazioni sempre diverse, per non essere mai nello stesso posto pur mantenendo una certa «ripetitività», che in musica ritrovo ad esempio nel minimalismo”. “Il brano del disco intitolato «Poste e telegrafi blues» è ispirato a tale sensazione di «meccanicità», riprodotta in musica da un incedere ossessivo di bassi e percussioni. Sono molto contento che proprio questo brano sia stato ripreso recentemente da Marc Ribot nel suo «Party intellectuals»”. “Quando ho smesso di fare il postino per decidere di seguire la musica, ho pensato di intitolare «Poste e telegrafi» il mio primo disco, sia per dare omaggio a questo lavoro che ho amato molto, sia perché è un titolo fuori dal tempo, richiama un mondo che non c'è più. Mi fa sempre piacere vedere i vecchi edifici postali e la loro imponente scritta; non riesco a fare previsioni sulla vita, ma se dovessi smettere di fare il musicista tornerei a quel lavoro... Poi non l’ha mica fatto anche Bukowski?”. L’album, pubblicato dalla statunitense Important records (sette brani, 13,00 euro), “riesce a creare un inedito mondo di suoni e visioni, che spaziano da atmosfere oniriche ad immaginari vagamente western, con riferimenti sia al blues rurale sia alla psichedelia”, cui vengono accostati strumenti quali pedal steel guitar, kalimba, omnichord, loop di vinili, balafon, chitarra elettrica, banjo, echi a nastro.
La... musica di “Poste e telegrafi”
30 Ott 2010 02:25 - NEWS FROM ITALY
Intervista all’ex portalettere, non pentito, Alessandro Stefana, che ha dedicato al suo vecchio lavoro il titolo di un brano e di un cd