“Perché i raccoglitori vecchi e nuovi, che sono legioni, abbiano un organo del tutto indipendente da case e da preconcetti commerciali, i negozianti, un periodico che tutelando i loro legittimi interessi permetta una pubblicità larga ed onesta, sorge «Il corriere filatelico». La nuova rivista, che sarà mensile, si propone di diffondere lo spirito di solidarietà tra quanti si occupano di filatelia, e pur pubblicando atti e resoconti di società non vuol essere legata ad alcune di esse né rappresentarne lo spirito o la tendenza… Si propone di pubblicare, via via, studi e monografie su emissioni antiche e recenti”.

È uno dei passi contenuti nell’editoriale che l’1 gennaio 1919 apriva il mensile nel primo numero, composto -informazioni commerciali a parte- da 8 pagine. Era diretto da Leopoldo Rivolta e tra le firme spiccava quella di Emilio Diena. Cent’anni fa, avendo alle spalle la Prima guerra mondiale: “Ora che la vita riprende il suo ritmo, che le relazioni si riannodano, è da facile profeta il prevedere una grande ripresa”. E anche la rivista si fece notare, almeno fino a quando non chiuse; l’ultima presenza data 31 dicembre 1943, nel mezzo di un ulteriore conflitto. In quel momento aveva al vertice un altro nome noto, Luigi Sassone.

Ancora oggi risulta fondamentale per chi cerca notizie dell’epoca, soprattutto per la cronaca dei nuovi francobolli, le iniziative quali congressi, mostre e riunioni, gli approfondimenti. “La più autorevole fonte di informazioni su quanto avvenne nel mondo dei francobolli durante quel periodo”, commentò -era il 1987- Enzo Diena. Proprio quell’anno, acquisiti i diritti, Paolo Vaccari ne fece una ristampa anastatica (oggi esaurita), organizzata in dieci volumi più un undicesimo per l’indice analitico, realizzato appositamente.