“L’Amministrazione ha facoltà di collocare a proprie spese sui mezzi di trasporto in servizio pubblico apposite cassette mobili per l’impostazione della corrispondenza lungo la linea, senza l’obbligo di corrispondere alcun compenso agli esercenti”.
È quanto prevedeva la legge 856 del 17 settembre 1964, sottoscritta mezzo secolo fa dal presidente del Senato Cesare Merzagora a nome del presidente della Repubblica Antonio Segni, allora già malato. Essa integrava il Codice postale e delle telecomunicazioni, risalente al 1936, permettendo un nuovo sistema per avviare rapidamente lettere e cartoline.
Tali contenitori vennero installati, ad esempio, sui tram che transitavano dalle stazioni ferroviarie, dove gli incaricati li svuotavano. Sarà possibile accelerare -spiegava allora “Rassegna postelegrafonica”- “l’inoltro della corrispondenza eliminando quella «strozzatura» più notevole: la lunga sosta nelle tradizionali cassette rosse, che resteranno comunque in funzione”.
Il supporto, oggi scomparso (la normativa, però, risulta ancora vigente), è stato rammentato in uno dei francobolli da 60 centesimi con cui, il 5 maggio 2012, vennero ricordati i centocinquanta anni trascorsi dalla riforma postale.