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editor Fabio Bonacina

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Un francobollo, emesso oggi dalla Bosnia ed Erzegovina Croata, cita gli atti dei titini contro la comunità religiosa locale

Se, pochissimi giorni fa, il Tribunale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia ha assolto Zagabria e Belgrado dalle accuse di reciproco genocidio, un’emissione odierna della Bosnia ed Erzegovina Croata riapre un altro capitolo di sangue.

Nel francobollo, da 0,90 marchi, campeggia la facciata della chiesa intitolata all’Assunzione di Maria; si trova a Široki Brijeg. Intende ricordare i settant’anni trascorsi dall’uccisione, avvenuta il 7 febbraio 1945, di trenta francescani erzegovesi. Il fatto più importante di una serie: furono complessivamente sessantasei i frati ammazzati nello stesso, drammatico, periodo in quella zona.

La presenza della comunità -viene spiegato dalla sede postale- prosperava; c’erano il liceo classico con quindici insegnanti, il seminario, la tipografia, la casa editrice. Nel maggio del 1944 l’area contava duecentotrentuno membri effettivi, mentre ventiquattro mesi dopo continuò il suo operato solo con sessantasei. Le forze titine ne uccisero un terzo, un altro terzo non poté fare ritorno e l’ultima parte subì persecuzioni e carcere. Cercarono anche di abbattere l’edificio, ma non ci riuscirono, ed ora è stato restaurato.

L’attuale obiettivo è tramandare il ricordo di quanto accaduto, “raccogliere le testimonianze e i documenti sulla loro uccisione, affinché un giorno la Chiesa li dichiari martiri, ovvero beati e santi”. La carta valore si inserisce in tale contesto; disegnata da Marin Musa, è in fogli da dodici che comprendono quattro vignette differenti: in esse compaiono le foto delle vittime.

La carta valore nel foglio da dodici; le quattro etichette centrali richiamano le sessantasei vittime
La carta valore nel foglio da dodici; le quattro etichette centrali richiamano le sessantasei vittime



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