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editor Fabio Bonacina

27242 news from 8/3/2003

Il regio decreto venne sottoscritto il 12 giugno 1913. In venticinque articoli, definiva la struttura, prevedendo cartevalori specifiche

“Sono estese alla Tripolitania ed alla Cirenaica, in quanto vi siano applicabili e con le modificazioni stabilite dal presente decreto, le disposizioni delle leggi, delle convenzioni internazionali, e dei regolamenti vigenti in Italia, in ordine ai servizi postali ed elettrici, come pure le relative istruzioni e norme di esecuzione”.

Così comincia il regio decreto 708 del 12 giugno 1913. Un secolo fa oggi, ci si occupava dell’organizzazione concernente le prestazioni da fornire nelle due regioni settentrionali di quella che ora è la Libia.

Il provvedimento, organizzato in venticinque articoli, ne affidava ai rispettivi governatori “l’alta sovraintendenza”, istituendo a Tripoli e Bengasi un ufficio di riscontro ed una direzione. Previsti, nei capoluoghi e nei centri abitati, uffici principali (erano considerati tali quelli che avevano una rendita annua superiore a 50mila lire o un movimento di fondi per risparmi e vaglia maggiore a 2 milioni), ricevitorie (se con flussi inferiori) e collettorie (senza sede propria, ma aggregate ad un presidio vicino). Uffici e ricevitorie potevano essere istituiti anche per ragioni politiche, militari, tecniche o per circostanze temporanee.

Prevista la fornitura di cartevalori postali “di tipo speciale”. Ma, fino a quando non sarebbero state disponibili, avrebbero continuato ad aver corso i francobolli, le cartoline, i biglietti postali, i segnatasse ed i bollettini di spedizione dei pacchi già in uso.

Due buste dell’epoca, una da Bengasi, l’altra da Tripoli d’Africa. Entrambe sono affrancate con cartevalori italiane sovrastampate “Libia”
Due buste dell’epoca, una da Bengasi, l’altra da Tripoli d’Africa. Entrambe sono affrancate con cartevalori italiane sovrastampate “Libia”



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