Più il tempo passa, più il danno, causato dall’improvviso aumento delle tariffe per le spedizioni dei giornali, quasi triplicate tra il 30 marzo e l’1 aprile scorso per la cancellazione delle provvidenze statali di rimborso a Poste, cresce.
Non ha mezzi termini la Federazione nazionale della stampa italiana, la cui giunta “denuncia i ritardi e le inadempienze del Governo per l’editoria e il lavoro giornalistico. È grave che, a distanza di un mese e mezzo dall’accordo «obbligato» su nuove tariffe postali raggiunto tra l’Amministrazione delle poste e le organizzazioni degli editori, esso non sia ancora stato reso operante in attesa del necessario decreto di recepimento dell’intesa”. Sarebbe dovuto entrare in vigore l’1 settembre.
Per questo la Fnsi “rivolge un forte appello” al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla cui attenzione e firma finale è sottoposto in questi giorni il provvedimento, affinché sia immediatamente emanato. Peraltro, “si tratta del male minore per attenuare i danni, considerato che le Poste hanno accettato di negoziare una tariffa comunque a costo più elevato di quella precedente, sia pure ridotta rispetto agli incrementi automatici scattati” in aprile. “Molte testate soprattutto periodiche hanno già dovuto sospendere o ridurre le pubblicazioni, con ripercussioni sulla stabilità dell’occupazione, non solo giornalistica”.
Il problema campeggia pure nel settore no-profit, per il quale il Parlamento ha destinato uno stanziamento di trenta milioni di euro, “che continua però a mancare all’appello, senza alcuna giustificazione”.
In mattinata la Federazione italiana editori giornali ha rilanciato il problema. “A nulla -ha ricordato- sono valsi i tavoli politici e tecnici e le imprese editrici si sono trovate sole a trattare con la controparte, Poste italiane, che fornisce il servizio in regime di monopolio”. La Fieg “non può non stigmatizzare questa situazione e segnalare ancora che la drastica riduzione delle risorse pubbliche nel settore editoriale mette a rischio un notevole numero di occupati nell’intera filiera della carta stampata”.