Considerate, a torto, “parenti povere” dei francobolli, le marche da bollo rappresentano un ampio settore di specializzazione, non contaminato con materiale rivolto soprattutto ai collezionisti. E poi, vantano tradizioni ancora più antiche. “I primi oggetti assimilabili a quelle che oggi chiamiamo marche da bollo –spiega il presidente dell’Associazione fiscalisti, Michele Caso- nascono in Gran Bretagna alla fine del Settecento, quando furono adottati contrassegni, per lo più in forma di fascette di varia dimensione, usati per riscuotere la tassa su oggetti che difficilmente si potevano bollare direttamente: guanti, medicine, profumi, cappelli, dadi da gioco”.
Poi la diffusione, anche in Italia. Come testimonia il nuovo catalogo firmato da Unificato (196 pagine a colori, 28,00 euro), che tratta il Bel Paese dagli Antichi stati ad oggi. Riprende dopo diciotto anni, aggiornandolo, lo storico lavoro di Paolo e Leone De Magistris, a sua volta erede dell’opera iniziata da Francesco Lucente tanto tempo fa.