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editor Fabio Bonacina

27141 news from 8/3/2003

È il percorso “La magnifica ossessione”, in essere sino al 6 ottobre. Tra gli oggetti in mostra, un migliaio di reperti rappresentanti la mail art

Una cartolina d’artista, dovuta a Bruno Munari e risalente al 1973; venne esposta alla mostra “Cards from the world” tenutasi al Centro Tool di Milano
Una cartolina d’artista, dovuta a Bruno Munari e risalente al 1973; venne esposta alla mostra “Cards from the world” tenutasi al Centro Tool di Milano

Si intitola “La magnifica ossessione”, ed è la mostra che il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, nella sua sede roveretana, propone sino al 6 ottobre. Immaginata “pensando al Museo, alla sua missione e alla sua vocazione, agli artisti, ai collezionisti, a tutti coloro che lavorano intorno ai nostri progetti e che di fatto li rendono possibili”, spiega il direttore, Cristiana Collu. Un modo per celebrare i dieci anni di vita compiuti dalla struttura.

Si tratta di raccolte spesso presentate in prospettive tematiche, ora volte a “costruire un panorama più esteso”, con 2.784 oggetti che permettono di dare un’idea del patrimonio posseduto, nella sua integrità ed eterogeneità. E che, per l’occasione, sono stati distribuiti lungo tutto il secondo piano.

Tra dipinti, disegni, incisioni, sculture, film e video, installazioni, arazzi, manifesti, fotografie e libri d’artista vi sono 1.074 esempi di mail art. Tale modalità espressiva è richiamata nella sezione “Controcultura”, dove sono ricordati alcuni fra i più utopici tentativi, risalenti agli anni Sessanta e Settanta, di superare la mercificazione dell’arte. Pezzi forti: la rivista newyorkese “Sms”, l’intera rassegna di cartoline proposta nel 1972 al Centro Tool di Milano, il carteggio tra Betty Danon e David Cole, nonché alcuni focus su vari mail artisti internazionali, fra cui Vittore Baroni, Amelia Etlinger e Plinio Mesciulam. Senza scordare Guglielmo Achille Cavellini, del quale sono citati numerosi “francobolli”.

L’allestimento “rivendica una visione radicalmente libera dei piani temporali; le opere sono accostate secondo un criterio che si potrebbe definire «anticipazione del presente», o «archeologia del futuro»”. Per questo motivo, il visitatore (biglietti: 11,00 o 7,00 euro) incontra un percorso che è sì cronologico, ma procede per forti slittamenti tematici. I lavori sono disposti senza gerarchie visive, mischiando le collezioni ed esaltando le differenze. Una rievocazione, in un certo senso, dello spirito dei “salons” ottocenteschi, che rappresentavano un diverso modo di osservare. Suggerendo una sensibilità prossima ai criteri del collezionismo ed alle condizioni visive della realtà, piuttosto che alla presunta neutralità ed asetticità delle sale espositive moderne e contemporanee. Allo stesso tempo, l’itinerario può essere letto come un racconto che tocca aspetti quali la conservazione, il restauro, le relazioni istituzionali e lo studio.

Tra i personaggi citati, l’architetto ed ingegnere Angiolo Mazzoni, cui si devono diversi uffici postali monumentali, Mario Sironi e Mimmo Rotella, che abbellirono rispettivamente le sedi di Bergamo e Catanzaro. E poi altri, incontrati dai lettori di “Vaccari news”, come Alighiero Boetti, Fortunato Depero, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Filippo Tommaso Marinetti, Giorgio Morandi e Bruno Munari.

Aggiornamento dell’8 luglio 2013: la mostra rimarrà aperta sino al 2 febbraio 2014.

Due buste dipinte spedite da David Cole a Betty Danon, datate 27 settembre e 1 ottobre 1990 (Mart, Archivio del ‘900, Fondo Betty Danon)
Due buste dipinte spedite da David Cole a Betty Danon, datate 27 settembre e 1 ottobre 1990 (Mart, Archivio del ‘900, Fondo Betty Danon)



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