Fin qui, nella notizia precedente, la biografia e le attività di Mauro Molinari. Ma i “francobolli d’artista”? Come li definirebbe? “Sono le creazioni di artisti (molti lavorano di preferenza nella mail art, nella poesia visiva o più in generale nell’arte concettuale) che reinterpretano le affrancature emesse dai servizi postali ufficiali nelle varie Nazioni”, spiega il diretto interessato ai lettori di “Vaccari news”. “La Mail art nasce negli anni Sessanta con Ray Johnson ed è vicina alle proposte di Fluxus; viene spedita per posta in ogni parte del mondo e si arricchisce di francobolli, timbri, eccetera. La produzione dei «francobolli d’artista» ha fedeli estimatori e comprende artisti noti e notevoli”.
“Dal 1998 ad oggi ne ho realizzati più di settanta, creati tra l’altro per il Museo de filatelia de Oaxaca in Messico, per il Festival francese di Avignone, per lo spazio Ophen virtual art di Salerno, cui nel 2013 ho dedicato la serie «I messaggeri». Per me la creazione del «francobollo» è un’estensione del disegno e dell’invenzione che metto nelle grandi tele, dove sviluppo storie e personaggi. Naturalmente, continuerò a produrli”.
Cosa intende sostenere con essi? “Espressione, divertimento e comunicazione sono le motivazioni. Quello che voglio dire è spesso legato a un tema, ed è un esercizio interessante; oppure comunico semplicemente un frammento del mio mondo, con il piacere della composizione e del colore”.
Soddisfatto di quanto realizzato? Qual è la sua aspirazione finora rimasta nel cassetto? “Quando un artista licenzia un lavoro è soddisfatto, ma insieme insoddisfatto, perché idee nuove vengono a proporre ulteriori possibilità. E ciò vale per qualsiasi lavoro, di qualsiasi dimensione e destinazione. Il sogno nel cassetto è realizzare ceramiche e grandi tapisserie su mio disegno, ma è molto costoso”.
È collezionista di francobolli veri? “Dedico troppa energia al lavoro creativo per dedicarmi costantemente ad altre passioni; tuttavia amo, ammiro e studio i francobolli veri ed è un piacere scoprirne di sconosciuti” (fine).