Meno code agli sportelli bancoposta e più sicurezza nei pressi degli uffici. Avrà probabilmente due conseguenze diverse la parte dell’articolo n°12 del “decreto salva Italia”, trasformato in legge e pubblicato nella versione definitiva il 27 dicembre, riguardante la tracciabilità. Perché il divieto di pagamenti in contanti oltre i 1.000,00 euro colpisce anche quei pensionati finora abituati ad incassare il mensile “brevi manu”.
A spiegare ai diretti interessati la novità è una lettera spedita dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. La scelta di riscuotere la pensione attraverso l’accredito dell’importo sul conto corrente, sul libretto postale o sulla carta ricaricabile (cioè l’Inps card), “contribuisce -c’è scritto- a metterla al riparo dai rischi che derivano dalla circolazione di denaro contante. Sono, infatti, all’ordine del giorno notizie di raggiri e rapine ai danni di pensionati, specialmente nei minuti successivi all’incasso dell’assegno... Al contrario, il ricorso a strumenti elettronici di pagamento le consentirà di ottenere la pensione senza correre particolari pericoli e senza la necessità di recarsi all’ufficio postale”.
Per effettuare la scelta c’è tempo fino al 29 febbraio, sapendo -come precisa il suo direttore generale, Mauro Nori- che la norma impone all’Istituto “di non effettuare pagamenti in contante di importi superiori a 1000,00 euro a partire dal 7 marzo”.
Come alternativa alla società guidata da Massimo Sarmi, naturalmente, restano gli istituti di credito, subordinati alle medesime norme.