Posta fa sempre più rima con ecologia. Solo pochi giorni fa si è parlato di quadricicli a trazione elettrica o ibrida e di biciclette a pedalata assistita. Senza dimenticare il gruppo di lavoro continentale, attivo in materia di effetto serra.
Intanto, l’Islanda rilancia. L’operatore postale scandinavo possiede 123 mezzi, una delle più importanti flotte del Paese. Auto e furgoni percorrono quasi 2,8 milioni di chilometri l’anno, vale a dire una media di 22.600 chilometri a veicolo. La società ha così deciso di controbilanciare l’impatto ambientale, finanziando la piantagione di 7.613 alberi.
Il rispetto per la natura è poi entrato anche negli uffici. La Spagna, ad esempio, non si è accontentata di mettere 9.000 alberi a dimora. Da tempo propone una “linea verde”, cioè articoli (buste, scatole e imballaggi) creati in materiali totalmente riciclabili. Per ogni oggetto venduto devolve poi due centesimi a fini ambientali.
Nella sfida entra ora il Canada, che ha lanciato interi postali per l’interno di due formati, dal costo di 59 o 60 centesimi. Riportano tre loghi, che documentano, fra l’altro, una produzione attenta all’ambiente, l’impiego di materiali riciclati e lo sforzo nel contenere il consumo energetico.
L’attenzione è anche tra gli oggetti trasportati. Una delle prossime sfide per l’Italia -spiega dal “Corriere della sera” Umberto Torelli- sarà come smaltire le cartucce esaurite delle stampanti. Dall’anno prossimo, il compito non spetterà più ai comuni ma ai produttori. All’estero la clientela le restituisce per posta, ma la società di Massimo Sarmi non può accettarle, perché da noi ricadono nella categoria dei rifiuti speciali. Occorrerebbe, prima, cambiare la legge.
