È il presidente del consiglio di amministrazione di Poste italiane, Vittorio Mincato, a riprendere oggi il tema dell’ingresso in borsa.
In base a quanto riferiscono le agenzie di stampa, avrebbe detto che tocca al Governo decidere, anche se il suo parere sarebbe di far entrare soltanto l’attività bancaria.
“L’accenno -riporta Apcom, riferendosi all’eventuale coinvolgimento dell’intero gruppo- c’era sul Dpef, relativamente alle Poste e adesso si vedrà l’anno prossimo la decisione del Governo... Poste è un’azienda strategica per il Paese. Non è soltanto un’attività bancaria. È anche una attività logistica molto importante e quindi è giusto che sia il Governo a fare tutte le riflessioni del caso. Tenuto conto poi che tra tre anni si aprirà il mercato europeo, le Poste saranno un’azienda che opererà in concorrenza con gli altri e quindi questo avrà la sua importanza”.
Le banche di investimento -ricorda la Reuters- avrebbero valutato tra i 14 ed i 15 miliardi il gruppo.
La dichiarazione è stata rilasciata ad Altavilla Vicentina (Vicenza) ai margini di un convegno per i cinquant’anni della Fondazione Cuoa, che Mincato stesso presiede.
Oltre ad occuparsi di problematiche gestionali, il manager scrive, con lo pseudonimo di Vittorio Veneto. Di recente ha presentato la seconda edizione, sviluppata con altri capitoli, del libro “Coriandoli”, un diario romanzato che ha debuttato nel 1983. Riguarda la vita nell’Alto Vicentino di mezzo secolo fa.