Mentre Poste italiane ha rivisto il listino in materia di atti giudiziari (notizia precedente), l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato -lo annuncia il responsabile della direzione servizi postali, Claudio Lorenzi- il procedimento istruttorio per “l’eventuale revisione delle modalità di tariffazione dei servizi di notifica a mezzo posta”, che includono sia l’invio dell’atto giudiziario e delle comunicazioni connesse (ovvero di avvenuta notifica, la Can, e di avvenuto deposito, la Cad), sia delle violazioni al Codice della strada. Il direttore si sofferma sul comma 814 dell’articolo 1 che fa capo all’ultima legge di bilancio (è la 145 del 30 dicembre scorso): essa ha spostato dall’1 giugno 2018 allo stesso giorno del 2019 la decorrenza delle disposizioni in materia di avviso di ricevimento digitale del piego raccomandato: ora il mittente può chiederne la restituzione via posta elettronica certificata entro cinque giorni dalla consegna del plico. Questa modifica “potrebbe comportare un ripensamento della modalità di riscossione delle tariffe per le comunicazioni connesse (Can e Cad)” eventualmente spedite. Sono informative che si generano solo quando il destinatario non è presente all’arrivo dell’atto giudiziario e, pertanto, non sono oggetto di pagamento da parte del mittente al momento dell’invio. Ora, nel caso di plichi inoltrati da clienti non contrattualizzati, lo speditore effettua il saldo del solo atto giudiziario e dell’avviso di ricevimento, mentre il corrispettivo per Can e Cad è rimandato alla consegna al mittente dello stesso avviso di ricevimento. Per i clienti contrattualizzati, invece, le tariffe includono forfettariamente anche le spese per l’emissione delle due comunicazioni. La facoltà, da parte dello speditore, di ottenere l’avviso di ricevimento via pec annulla il contatto fisico tra il mittente non contrattualizzato ed il messo notificatore, “rendendo così onerosa la riscossione di quanto dovuto all’operatore”. Tale problema ha un impatto su Poste italiane, ma lo avrà anche sui concorrenti quando cominceranno a lavorare nel comparto. Da qui un’analisi -da concludere orientativamente in quattro mesi- per la revisione delle tariffe massime, così da valutare cifre e modalità di riscossione più consone alle attuali esigenze. C’è di più: lo studio “si inquadra nell’ambito del processo, che questa Autorità si riserva entro breve di avviare, di una complessiva ed organica revisione delle tariffe massime degli altri prodotti postali appartenenti al perimetro del servizio universale” (fine).
Notifiche/2 Come pagare le comunicazioni con la pec?
08 Giu 2019 10:37 - NEWS FROM ITALY
Il problema riguarda le informative accessorie dei mittenti non contrattualizzati: da qui la decisione Agcom di riflettere sulle tariffe massime. L’approccio anche per gli altri supporti del servizio universale
top news