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editor Fabio Bonacina

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L’anniversario dell’armistizio ha dato il via a numerose iniziative, che si associano a quella triestina. E non mancano le polemiche...

L'ufficiale postale e poeta Giovanni Gaeta
L'ufficiale postale e poeta Giovanni Gaeta

Se Trieste, nel novantesimo anniversario dell’armistizio che ha chiuso la Prima guerra mondiale, organizza un significativo insieme di iniziative, nelle altre città, a cominciare da Roma, le cerimonie non mancheranno.

La testimonianza postale è data, fra l’altro, dal congruo numero di annulli che sono stati o saranno utilizzati in questi giorni. Tra i mezzi informativi, accanto a manifesti e filmati, si aggiungono le tradizionali cartoline celebrative, che una volta si potevano spedire addirittura senza francobollo, a condizione di imbucarle per il 4 novembre, giorno dedicato alle Forze armate e all’Unità nazionale.

Intanto, infiamma la polemica sull’opportunità, o meno, di ricordare l’“inutile strage”, come venne definita da Benedetto XV. Tra le icone nel mirino anche l’“Inno di Mameli”, al quale -in particolare i leghisti- preferirebbero “La leggenda del Piave”. Il brano è dovuto al partenopeo Giovanni Gaeta (1884-1961), in arte E.A.Mario. Scrisse il testo nel giugno del 1917, mentre prestava servizio come ufficiale postale a Napoli; la quarta strofa fu aggiunta al tacere dei cannoni, il 9 novembre 1918. Il documento su cui annotò le parole è un modulo dell’Amministrazione postale (per questo pare ricevette una multa); oggi è custodito al Museo storico pt di Roma e temporaneamente è esposto alla mostra di Roma “Verso il 2011”.

La mostra al Vittoriano dove in questi giorni è proposto il testo originale della “Leggenda del Piave”
La mostra al Vittoriano dove in questi giorni è proposto il testo originale della “Leggenda del Piave”



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