Odiava scrivere missive, “perché le rubavano tempo prezioso al lavoro sui libri (fra cui «Lettera a un bambino mai nato», ndr). Eppure nessuno più di lei ha legato il suo nome alla scrittura epistolare”. Così dalla Rizzoli puntualizzano un aspetto di Oriana Fallaci (1929-2006): da oggi sarà disponibile il volume “La paura è un peccato - Lettere da una vita straordinaria” (368 pagine, 20,00 euro, e-book 9,99).
Fin dagli esordi nel giornalismo ha tenuto una fitta corrispondenza pubblica e privata con i protagonisti della politica, della cultura e del giornalismo stesso, da Giulio Andreotti a Pietro Nenni, da Ingrid Bergman a Shirley MacLaine, da Henry Kissinger a Fidel Castro. Ogni volta era capace di stilare tre, quattro o anche più minute, quasi sempre firmate, per immaginare cosa sarebbe apparso agli occhi del destinatario una volta aperta la busta. Poi le copie venivano conservate per averne traccia.
Grazie al lavoro di archiviazione delle carte private, il nipote Edoardo Perazzi ha potuto scegliere fra i numerosissimi messaggi scritti ad amici e colleghi, alla famiglia ed agli statisti quelli (centoventi) più significativi per raccontare l’intera esistenza attraverso la sua penna. Sono ricchi di aneddoti, riflessioni sulla politica italiana ed estera, sfoghi sulle difficoltà a sopportare il peso della distanza dagli affetti più cari. Rappresenta un’occasione per osservare da vicino il talento di una donna ossessionata dalla scrittura e così sedotta dal lavoro da trasformare anche le testimonianze d’amore in capolavori letterari.