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editor Fabio Bonacina

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Oltre alla sacca, il portalettere del 2009 ha con sé il piccolo computer e la stampante. Ecco come funziona

“I primi giorni mi sentivo un po’ come Rambo: la borsa con le assicurate messa davanti, su un fianco appeso il palmare, sull’altro la stampante. Ero anche agitata: non avevo la manualità, mi faceva quasi paura solo a toccarlo, e poi le funzioni da ricordare, lo spegnimento automatico e tutti che mi guardavano curiosi... C’è voluta una settimana per adattarmi al nuovo sistema”.

Storia vissuta di Alessandra, portalettere che, dopo vent’anni di giri con registri cartacei e modulistica da compilare a mano, si è trovata a confrontarsi con il palmare. Uno dei 12mila apparecchi che Poste italiane sta dando ad altrettanti dipendenti incaricati delle consegne. Affidati al personale dopo un mini corso di circa tre ore.

“È un po’ più grande di un normale cellulare, mentre la stampante occupa uno spazio doppio. Poi bisogna ricordarsi di prendere la pila e il rotolino della carta, nel caso si esaurissero. Con tutta questa attrezzatura, oltre naturalmente alla posta, possiamo uscire per il nostro percorso quotidiano”.

Dopo alcuni giorni di impiego, comunque, le cose vanno meglio, e pure tra i colleghi c’è entusiasmo. Il palmare è assegnato al singolo dipendente che, per usarlo, deve digitare identificativo e password. “Per ora ci hanno spiegato solo come usare le procedure più normali: basta selezionare le opzioni e seguire i percorsi. Di norma non è nemmeno necessario usare il tastierino...”.

Ma come funziona? “Il terminale ci serve per la posta registrata, quindi raccomandate, assicurate, atti giudiziari, contrassegni. Al mattino riceviamo un foglio con elencati i codici a barre riguardanti l’intero mazzetto (questo ha un identificativo a sé) nonché i dettagli che caratterizzano le singole buste. Con il palmare, utilizzato come lettore, vanno caricati in memoria”.

La lista riassuntiva, infatti, dovrebbe elencare il nome del destinatario, il tipo di spedizione e l’eventuale importo da riscuotere; se questi dati non fossero presenti, vanno aggiunti. “Gli elementi da inserire possono variare; dipende probabilmente da quali informazioni sono state immesse in rete nel momento in cui l’invio è stato accettato allo sportello”. È il lavoro preparatorio, necessario prima di recapitare il materiale.

Il programma del palmare è predisposto per futuri servizi, come la certificazione registrata del recapito senza firma, sul tipo del “Formula certa” proposto da Tnt.

Poi, comincia la “gita”. “Ad ogni consegna -prosegue Alessandra- richiamo la singola lettera e, secondo i casi, c’è una procedura specifica. Ad esempio, se trovo il destinatario bisogna compilare un certo schema, indicando la qualifica di chi ritira (custode, diretto interessato, parente...), e stampare un foglietto sul quale chi riceve deve firmare, perché il vecchio registro non c’è più. Se invece non trovo nessuno, compilo e stampo un altro schema: è la nuova versione del modello 26 per l’avviso di giacenza, da lasciare in casella. Non è più la cartolina; anche in questo caso, è una strisciata sul tipo degli scontrini consegnati alla cassa dal supermercato”.

Altre situazioni riguardano gli oggetti per un qualsiasi motivo non consegnabili, come nel caso il destinatario non sia conosciuto a quell’indirizzo, o se lo stesso riceve contemporaneamente molti invii. Per raccomandate ed assicurate il sistema non cambia; più articolato è quello per gli atti giudiziari. Tutto, però, è fatto con il nuovo apparecchio.

“In ogni momento posso avere il quadro della situazione giornaliera, con indicati gli oggetti consegnati, quelli inesitati o da restituire al mittente. Al ritorno si lavora il materiale rimasto, stampando i risultati. Infine, il palmare va messo nella «culla», dove di notte viene ricaricato”.

Il piccolo computer può offrire ulteriori potenzialità, come il “Geopost”, ossia il sistema che contiene tutte le informazioni utili (percorrenze, civici e destinatari serviti) per organizzare il recapito. Una funzionalità, nel caso del palmare, in fase di perfezionamento.

Il portalettere oggi porta con sé anche palmare e stampante
Il portalettere oggi porta con sé anche palmare e stampante



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