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editor Fabio Bonacina

27225 news from 8/3/2003

L’immobile venne eretto tra il 1911 ed il 1914, mantenendo importanti elementi del passato. Le immagini d’epoca documentano l’interno

Il portale romanico-gotico
Il portale romanico-gotico

I lavori per costruire le Poste centrali di Pesaro? Iniziano nell’ottobre 1911 e si protraggono fino al settembre 1914, prosegue nella ricostruzione per “Vaccari news” lo specialista Riccardo Braschi. La consegna al Demanio avviene il 5 ottobre successivo. La facciata principale, quella di piazza del Popolo 28, era stata ultimata l’anno precedente, come testimonia l’iscrizione originaria sull’attico. Gli interventi edilizi furono affidati alla locale Cooperativa muratori, mentre diverse altre ditte erano state incaricate delle attività complementari.

“È il caso -annota- di soffermarci sulle opere d’arte che impreziosiscono il palazzo”, nei mesi scorsi oggetto di un accurato restauro nelle parti esterne (nei prossimi sarà interessato da interventi di ristrutturazione e adeguamento al suo interno).

Lo splendido portale viene realizzato nel 1395 durante la signoria di Malatesta dei Sonetti. È inserito al centro della facciata a capanna prospiciente via Branca e corrisponde alla consueta tipologia romanico-gotica strombata, integrata da figure a tutto tondo. La storiografia attribuisce l’opera ad artisti appartenenti alla bottega dei fratelli veneziani Jacobello e Pier Paolo Dalle Masegne. Cento anni fa Ettore Lambertini ne progetta il risanamento, prevedendo il ripristino del finestrone circolare mediano, delle due finestre laterali e la sistemazione dei quattro avelli sepolcrali accanto al portale.

La facciata su piazza del Popolo risale al 1848, dovuta all’architetto modenese Luigi Poletti: era stato incaricato dal gonfaloniere Giordiano Perticari di innalzare un fondale monumentale in corrispondenza del disadorno fianco della chiesa. Egli fa coprire la parete con un rivestimento architettonico di tipo neoclassico, ornato da otto colonne impostate su un lungo stilobate e sormontate da capitelli ionici sorreggenti la trabeazione e l’attico centrale con orologio e campaniletto a vela. Dal 1854 le nicchie laterali del prospetto accolgono due statue marmoree, opera dello scultore veneziano Pietro Lorandini, dedicate al compositore Gioacchino Rossini ed al poeta Giulio Perticari. All’epoca della ristrutturazione, l’architetto Edoardo Collamarini apporta rilevanti modifiche al basamento e agli intercolunni intermedi, per l’apertura di nove finestre e di un ampio ingresso con sovrastante balcone; inoltre, realizza l’attico con iscrizione celebrativa.

All’interno dell’immobile, l’ambiente più sfarzoso e di pregio artistico è il salone del pubblico che, purtroppo, risulta privo degli originari sportelli e scrivimpiedi in legno rimossi negli anni Sessanta. Conserva invece il soffitto in legno a cassettoni, realizzato, attorno al velario, dal falegname Carlo Morigi di Pesaro e decorato con formelle in maiolica prodotte dal locale stabilimento ceramico Molaroni, che fornì anche i fregi sovrastanti gli sportelli. Il progetto del soffitto si deve all’architetto anconetano Guido Cirilli: lo aveva ideato per il padiglione delle Marche all’Esposizione etnografica e regionale di Roma, organizzata nel 1911 per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia, mentre il fregio era stato predisposto per quella di Torino del 1898, in occasione del cinquantenario dello Statuto (continua).

Come si presentavano un tempo gli interni (archivio Riccardo Braschi)
Come si presentavano un tempo gli interni (archivio Riccardo Braschi)



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