Non poteva essere altrimenti: tempo poche settimane (il servizio è stato lanciato a fine novembre) ed anche il nome di Poste mobile viene impiegato per tentativi di truffa attraverso il phishing. Ignare e potenziali vittime ricevono e-mail con l’invito ad iscriversi al bancoposta mobile, “un servizio accessorio al conto bancoposta e alla carta Postepay”. L’unica differenza è che, cliccando il link aggiunto alla comunicazione, si arriva ad un sito clone. Non è l’unico sistema con cui ignoti cercano di carpire la buona fede del prossimo. Altri casi, sempre firmati apparentemente da Poste italiane, promettono vacanze, premi o bonus di fedeltà a condizione di accedere al proprio conto per ottenere l’accredito. Cambia la scusa (nuovi servizi, ulteriori misure per accrescere il livello di sicurezza, incongruenze alle informazioni anagrafiche o aggiornamento dell’account), ma l’intento resta quello: indurre il destinatario a digitare i propri dati. La delicatezza del sistema è risultata evidente pochi giorni fa, quando è stato possibile distogliere 13 milioni di euro da un conto aperto dal ministero alla Pubblica istruzione presso Poste italiane. Le indagini avrebbero individuato i fondi in Egitto. Lo stesso Paese con cui Poste italiane e Finmeccanica hanno firmato un accordo, annunciato il 17 marzo, per lo sviluppo e il potenziamento tecnologico del servizio postale locale.
Phishing: utilizzato anche il nome di Poste mobile
22 Mar 2008 00:00 - NEWS FROM ITALY
Tanti gli «ami» lanciati