Il nastro tricolore per ravvivare delle foto in bianco e nero: mostrano il protagonista, cioè il calciatore, giornalista e soprattutto allenatore Vittorio Pozzo (1886-1968) scomparso cinquant’anni fa oggi, e parte della Nazionale che nel 1934 vinse i Mondiali (la scena fu immortalata il 10 giugno, prima della finale contro la Cecoslovacchia). Anche se grossolanamente cancellati, si possono riconoscere ad esempio Angelo Schiavio (secondo da sinistra), Raimundo Orsi (terzo), Giovanni Ferrari (quarto), Enrico Guaita (quinto) e, con la bandiera, Giuseppe Meazza. L’autrice del bozzetto è Maria Carmela Perrini.
Si tratta di un “B”, quindi impiegabile per gli invii ordinari nazionali di primo porto, ora dal costo di 1,10 euro. Disponibile da stamani, è inserito nella serie “Lo sport”. Com’era stato anticipato, è su carta gommata, anche se sfugge la ragione. È organizzato in fogli da cinquanta, raggiungendo il milione di unità. Due gli annulli fdc; sono in uso presso gli uffici Roma Vr e Ponderano (Biella), centro, quest’ultimo, di origine della famiglia, che accoglie un museo dedicato al personaggio e le sue spoglie.
Dal paese del Piemonte giunge il testo del bollettino illustrativo, sottoscritto dall’addetto stampa del Comune, Giacomo Fiora. Che lo presenta come un uomo dall’inflessibile morale, cosmopolita e dotato di un carisma fuori dall’ordinario. Partecipa alla fondazione del Torino football club, guida gli azzurri alle Olimpiadi del 1912 e del 1924, poi ai Campionati mondiali di calcio svoltisi nel 1934 e nel 1938, vincendo entrambe le competizioni. Il suo ruolo si chiude nel 1948.