Sono una ventina abbondante le emissioni che, nel mondo, già citano il “postcrossing”, ovvero la rete di scambio cartoline creata nel 2005 dal portoghese Paulo Magalhães. E anche l’Italia potrebbe aggiungersi. Almeno, questo è l’auspicio di Irene La Barbera, che ha formalizzato la richiesta indirizzandola al ministero dello Sviluppo economico e suggerendo il 2020 per l’uscita, quando il progetto avrà compiuto i quindici anni.
In un’epoca in cui la spedizione di lettere e cartoline è in calo, tale attività -annota- “rappresenta un fenomeno culturale diffuso in tutto il mondo e in continua crescita. Offre inoltre la possibilità di far conoscere all’estero le bellezze del proprio Paese e incentiva lo studio delle lingue straniere e la conoscenza e il rispetto delle altre culture. Per questo motivo, ritengo che possa rappresentare un esempio di tematica sociale e culturale rivolta al futuro”. Non caso, diversi insegnanti utilizzano il sistema insieme agli studenti, in modo da farli corrispondere in inglese con loro coetanei all’estero; al contempo, consente di scoprire un gesto per molti bambini sconosciuto, come scrivere un indirizzo.