Un turista, o un fedele, acquista in piazza San Pietro la cartolina di rito, l’affranca, la spedisce. E poi? In Vaticano -viene spiegato a “Vaccari news” in quest’ultima parte dell’approfondimento- sono installate 26 cassette, vuotate cinque volte al giorno (quelle nelle aree extraterritoriali, una). Il passo successivo non contempla automazione: lo smistamento viene eseguito manualmente, sui tavoli, dagli operatori (la timbratura può avvenire a macchina). Capita anche che vengano affidati oggetti non ammessi: per questo o per altri motivi ne sono distrutti, dopo un verbale, tra i 280 ed i 300 ogni dodici mesi. Ancora adesso, la consegna all’interno del territorio avviene tre volte al giorno.
Chiaramente, la maggior parte dei flussi è diretta oltre i confini: Poste italiane effettua tre ritiri quotidiani, cui se ne aggiunge uno realizzato dalle Poste vaticane (in dotazione vi sono due Fiat “Qubo” ed un “Doblò”, che viaggiano senza indicazioni esterne; si è in attesa di un furgone elettrico); un’ulteriore consegna avviene con i mezzi del personale.
“Attualmente abbiamo dispacci diretti con 37 Paesi che partono quasi tutti a cadenza giornaliera”; tra gli ultimi interlocutori, ad esempio, c’è Hong Kong, competente per vari altri Stati dell’area: il trasporto è svolto tramite Poste italiane, pagata per l’intervento. Con le mete non coperte direttamente, è quest’ultima ad occuparsene.
Il picco è ovviamente nel periodo natalizio, anche se negli ultimi due anni è stata registrata una curiosa crescita dei traffici a novembre.
“Come ben sappiamo, il mercato postale è ampiamente deregolamentato e soggetto alla forte competizione anche a causa delle nuove soluzioni tecnologiche”, viene ricordato. Gli ultimi dati forniti parlano chiaro: “gli operatori che hanno differenti specializzazioni territoriali o nel merchandise perseguono un pressante atto di aggressione al cliente, producendo effetti dannosi sugli operatori postali cui è affidato il servizio postale universale. Gli effetti si possono vedere anche nei flussi postali vaticani”.
“Cerchiamo di ingrandire ed espandere sempre di più i servizi offerti ai nostri clienti, tenendo presente anche che noi abbiamo una grande responsabilità, cioè di agire nel nome e per conto del santo padre”. Concludendo, “riusciamo a mantenere la nostra quota di mercato, basandoci soprattutto sull’affluenza dei turisti e dei fedeli” (fine).