Dopo l’Agcom, l’Agcm. Perché anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è occupata di Poste italiane, concludendo la procedura con una sanzione per pratiche commerciali scorrette. Il possibile ammontare era compreso tra i 5 ed i 500mila euro; la multa è stata fissata a 35mila, più altri 10mila di aggravante perché l’azienda ha ricevuto in passato altri provvedimenti del genere. La questione riguarda il paccocelere internazionale e, in particolare, delle pubblicità che, annota l’Antitrust, a partire dal gennaio 2008 e fino a buona parte del 2012 avrebbero “prospettato la possibilità di effettuare il monitoraggio per conoscere lo stato delle spedizioni «fino all’arrivo a destinazione»”. Cosa che, per alcune località (ubicate, al momento del controllo, in Egitto, Marocco e Tunisia), non si riferirebbe al recapito effettivo del plico al destinatario, ma alla mera consegna all’operatore postale di riferimento del Paese di destinazione. Inoltre, la campagna promozionale avrebbe presentato tempi medi o indicativi relativi ai principali centri “non rispondenti al vero in quanto, nella realtà, i pacchi sarebbero recapitati secondo una tempistica superiore”. Nelle réclame si legge “2 giorni lavorativi, oltre quello di spedizione, per i Paesi dell’Unione Europea, 2/3 giorni lavorativi, oltre quello di spedizione, per i Paesi extra Unione Europea e 3/4 giorni lavorativi, oltre quello di spedizione, per il resto del mondo”. Alla fine dell’istruttoria, sono stati promossi i valori sulle tempistiche, in quanto -ammette il Garante- i dati acquisiti “non evidenziano, nella maggior parte dei periodi considerati, scostamenti rilevanti. Peraltro, posto che i tempi di consegna dei pacchi sono segnalati nei messaggi pubblicitari come meramente «indicativi», i casi di recapito tardivo concentrati in alcuni limitati periodi dell’anno non risultano incompatibili con il fisiologico ed episodico malfunzionamento dei servizi interessati riconducibile anche a fattori esterni o ad incrementi particolarmente significativi delle richieste di spedizione che si registrano, ad esempio, in alcuni periodi come quello delle festività natalizie”. Fra gli impegni dell’operatore, figurano: distinguere tra località considerate principali, secondarie ed altre, elaborando dei tempi di consegna calibrati; pubblicizzare meglio il diritto del mittente al rimborso; evidenziare i Paesi nei quali il recapito al destinatario viene effettuato tramite l’Amministrazione postale del luogo e la tracciatura di avvenuta consegna si riferisce al passaggio del collo tra operatori (attualmente: Faeroer, Groenlandia, Tunisia ed alcuni codici postali della Svizzera).
Pratica commerciale scorretta. E scatta la sanzione
15 Gen 2013 15:02 - NEWS FROM ITALY
Dall’Agcm 45mila euro di multa a Poste italiane per le pubblicità riguardanti il paccocelere internazionale