Manca ancora un po’ di tempo, è vero, perché l’“Anno del bue” si aprirà soltanto il 26 gennaio. Ma la macchina organizzativa già si è messa in moto per porre a disposizione del pubblico cartevalori adatte a festeggiare la nuova stagione del calendario orientale.
Oggi, ad esempio, è toccato alla Cina Popolare, che ha sfornato un taglio da 1,20 yuan, disponibile in fogli da sei o venti pezzi e in libretto da dieci, senza contare gli altri oggetti collezionistici. Pechino è stata preceduta, l’1 dicembre, da Corea del Sud (un francobollo da 250 won in minifogli da due o fogli da venti unità) e Formosa (3,50 e 13,00 dollari, un foglietto da 12,00 e cinque cartoline in vendita complessiva a 20,00).
Dopodomani toccherà alla Nuova Zelanda (0,50, 1,00 e 2,00 dollari, anche in foglietto), il giorno successivo a Canada (taglio di posta interna e foglietto in due versioni da 1,65 dollari), Christmas (55 e 165 centesimi in foglietto, foglio con la stessa serie e l’intero zodiaco in dodici esemplari nei nominali da 10, 20 e 25 centesimi, personalizzato da nove cartevalori a 15,95 dollari, libretto di prestigio da 12,95 e cartolina da 1,50), Macao (quattro pezzi da 1,50 e uno da 5,00 patacas, un blocco da 10,00) e Stati Uniti (42 centesimi). Il 9 sarà la volta di Singapore (tre francobolli per tariffa interna, 0,65 e 1,10 dollari in fogli, nonché 5,00 e 10,00 dollari in foglietto), il 10 della Francia (lettera prioritaria per l’interno fino a 20 grammi, raccolto a cinque) e dell’Indonesia.
Ricca pure la proposta di Hong Kong, annunciata per il 17 gennaio; comprende quattro dentelli, per un valore complessivo di 11,80 dollari, confezionati separati in fogli da venticinque o insieme nel foglietto, un secondo blocco comprendente un solo taglio a 5,00 dollari, quattro cartoline (20,00 dollari). In più, un ulteriore foglietto che sottolinea il passaggio dall’“Anno del topo”, ormai verso la chiusura (due francobolli da 50,00 dollari l’uno).
Altri Paesi, molto probabilmente, seguiranno.