Un grande viaggiatore, inviato speciale del quotidiano “La tribuna”; fu il giornalista Salvatore Besso. Per tenere ricordo e documentazione dei suoi itinerari, tra il 1895 ed il 1912 sfruttò una delle pochissime fonti iconografiche allora facilmente reperibili, le cartoline. Ad oltre cent’anni di distanza, la Fondazione “Marco Besso” ne propone un’ampia selezione: millequattrocento pezzi sugli ottomila conservati.
Grazie a tale supporto postale, le comunicazioni a distanza potevano essere costituite non solo da un testo scritto, ma anche da un’immagine, allora appunto bene prezioso. Oggi tale funzione è stata soppiantata ad esempio dai telefoni cellulari che inviano, in tempo reale, immagini e filmati ad alta definizione. Ma a cavallo tra i due secoli la cartolina ebbe un grande successo. Nel 1899 a Venezia il medesimo protagonista partecipò ad una mostra internazionale, ricevendo un premio.
Nel percorso i reperti a taglio paesaggistico sono alternati ai commemorativi, dal Giubileo del 1900 al crollo del campanile di San Marco a Venezia ed all’inaugurazione del Vittoriano. Non mancano i soggetti politici, per dire inerenti il caso che coinvolse Alfred Dreyfus, oppure gli artistici, in stile Liberty piuttosto che disegnati da Basilio Cascella, questi riguardanti costumi e mestieri.
La rassegna, ad ingresso libero, s’intitola “Cartoline: immagini diffuse - Alba di un primo network?”. È stata ideata dalla nipote del collezionista, Orsa Lumbroso, curata da Raffaella Paleari e Carla Rivolta mentre la cartografia è dovuta a Laura Canali. Potrà essere raggiunta sino al 29 luglio presso la sede della struttura organizzatrice; si trova a Roma in largo di Torre Argentina 11, visitabile dal lunedì al venerdì tra le ore 13 e le 17.