Ventisette gennaio 2148, il giovane Gabriele sta scrutando le sue e-mail nel “nuovissimo splendente personal-computer a comando vocale della quarta generazione”. Quando sullo schermo appare “uno strano oggetto rettangolare piatto”. Sopra vi sono la rappresentazione di una donna vestita all’antica ed alcuni strani segni “che non facevano parte delle nozioni apprese durante il suo corso di studi”. Dopo le prime perplessità, gli sembra di ricordare... In effetti, già aveva sentito parlare “di una certa forma di scrittura che veniva fatta a mano dalla popolazione terrestre di oltre cento anni prima...”.
È il quadro iniziale del racconto che oggi Mario De Pascale ha proposto su “Scrivendo”, community letteraria dove “si ritrovano molti scrittori dilettanti per presentare le proprie opere e discutere con altri colleghi di penna”.
Il lavoro, intitolato “Un mistero vero è proprio”, è inserito nella categoria “Satira e ironia” e parla di quando “la corrispondenza veniva curiosamente impacchettata, caricata a spalla e trasportata con mezzi motorizzati terrestri o aerei oppure nei treni racchiusa in pesanti sacchi”. Senza dimenticare l’accenno alle notizie urgenti, per le quali “una persona avrebbe dovuto recarsi in un ufficio, scrivere su un modulo la comunicazione che intendeva trasmettere (in forma sintetica, perché addirittura si pagava in relazione al numero ed alla lunghezza delle parole) e poi affidarla ad un impiegato”.
Il finale, naturalmente, è a sorpresa...