L’accentuazione della “dimensione” internazionale dei servizi Pt si adegua “al processo d’intensificazione degli scambi culturali, commerciali e turistici del nostro tempo”. Frase che, letta oggi ed avendo nella mente l’importanza che l’e-commerce (dunque le conseguenti spedizioni degli acquisti) ha assunto in tutto il pianeta, fa un po’ sorridere. Eppure risale a mezzo secolo fa, presente in un articolo dell’inossidabile Armando Serra. Si intitola “Sviluppo dei rapporti per l’estero” e venne pubblicato da “Poste e telecomunicazioni” nel primo numero del 1963.
L’esperto considera il quinquennio compreso tra le stagioni 1956-1957 e 1960-1961, declinandolo nei dati verso l’estero riferiti a corrispondenza, pacchi (come quantità e per importo di quelli con valore dichiarato), telegrammi privati, vaglia (ancora suddivisi per numero e lire). Tutte le trenta cifre dichiarate e riprodotte nella tabella sono positive, indicando una crescita più o meno significativa rispetto al ciclo precedente.
È in grado, inoltre, di rilevare le destinazioni complessivamente più gettonate: sono Francia, Germania Federale, Stati Uniti e Svizzera. Esse “raggruppano complessivamente nell’anno 1960-1961 oltre la metà dei valori relativi alle corrispondenze spedite dall’Italia ed ai pacchi esportati dall’Italia”. Poi viene il Regno Unito: insieme, i cinque padroneggiano tutte le maggiori prestazioni.
Le cause degli incrementi sono da ricercare nel turismo che, “assieme alle motivazioni culturali, affettive (con speciale riguardo agli emigrati) ed economiche in genere, influisce indubbiamente sullo sviluppo dei servizi” richiesti nel Bel Paese e diretti oltre le Alpi.
L’Amministrazione postale, all’epoca, non si limitava a recapitare ed a registrare i traffici. Armando Serra ricorda le pubblicazioni del 1960, quindi edite per le Olimpiadi di Roma. Una è il tascabile “Tariffe - Tarifs - Tariffs”, approntato in tre lingue (italiano, francese ed inglese), con l’indicazione delle offerte disponibili: corrispondenze, pacchi, bancoposta, telegrafi e telefoni. L’altra è rappresentata dal “Vocabolario poliglotta dei termini postali, telegrafici e telefonici di uso corrente” (italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo). Cui si aggiunge il pieghevole, uscito nel 1962 e rivolto ai vacanzieri (nei soliti cinque idiomi più impiegati), contenente tariffe ed avvertenze connesse ai principali supporti postali, telegrafici e telefonici. Lo stesso dépliant offre un vocabolarietto dei termini tecnici ed una scheda dei cambi monetari. Senza dimenticare -e qui si passa alla filatelia- i bollettini illustrativi riguardanti le nuove emissioni, allora anche nella lingua di Victor Hugo, nonché il volume base della serie “I francobolli dello Stato italiano”, datato 1959 e con testi in italiano, francese ed inglese.