Lettere, diari e fotografie degli stessi combattenti: sono gli elementi scelti da Lucio Fabi per documentare e raccontare il rapporto tra gli animali e l’uomo nel corso del Primo conflitto mondiale, dentro e fuori la trincea. Con tale approccio, lo specialista ha ricostruito memorie, storie, episodi di vita vissuta, riscoprendo momenti di assoluta serenità e tenerezza in uno dei più tragici periodi dell’epoca contemporanea.
È il saggio intitolato “Il bravo soldato mulo - Storie di uomini e di animali nella Grande guerra”, edito da Mursia ed articolato in 154 pagine con illustrazioni fuori testo in bianco e nero. Il prezzo di copertina ammonta a 15,00 euro; in questo momento, presso l’azienda Vaccari è venduto con uno sconto del cinquanta per cento.
Muli, buoi, cani, cavalli, maiali, piccioni vennero utilizzati per comunicare, trasportare reparti e materiali, il sostentamento delle truppe. La forzata coabitazione avvicinò gli uni agli altri in un possibile destino di morte e sofferenza: ufficiali e militari di truppa avevano così la possibilità di dare e ricevere affetto, al tempo stesso occupandosi di esseri più deboli e del tutto dipendenti da loro.
Il combattente “«parla» con il suo mulo, lo «persuade» con una familiarità che doveva certamente venire da lontano. Allo stesso tempo, come farebbe con un compagno di trincea, si lamenta con lui e se la prende addirittura con Cadorna, a cui imputa il razionamento del foraggio”.