L’archeologia egizia raccontata attraverso le lettere. Naturalmente, non… egizie. Quelle nelle teche sono parecchie, e poi si aggiungono buste affrancate e telegrammi: accompagnano, certificano, spiegano la mostra “Missione Egitto 1903-1920”, in essere sino al 10 settembre al Museo egizio di Torino. A farsi notare sono anche gli allestimenti: pannelli e proiezioni richiamano le corrispondenze. Fino ad arrivare al logo creato per il percorso: “si tratta di un’invenzione”, ammettono dalla sede; si ispira agli annulli originali presenti sulle missive esposte e rappresenta l’acronimo della Missione archeologica italiana.
L’allestimento è dedicato a quest’ultima, sviluppatasi tra il 1903 ed il 1920, ed al suo fondatore, Ernesto Schiaparelli.
Filmati, foto, oggetti e documenti d’epoca inquadrano il contesto storico e culturale in cui maturò l’ambizione di portare l’Italia a scavare in Africa, così da -scriveva il medesimo studioso al ministro alla Pubblica istruzione, Nunzio Nasi, il 29 aprile 1902- “contribuire alla storia dell’Egitto e all’incremento del materiale archeologico del Museo egizio”. Emergono inoltre i profili di numerosi personaggi, più o meno noti, protagonisti delle ricerche. Tali vicende si intrecciano tra loro e tessono una trama narrativa più ampia ed articolata; illustra l’epopea nella valle del Nilo, svolta in parallelo ad altre -sempre nazionali- avviate in diversi siti del Mediterraneo Orientale. I problemi cui i direttori delle spedizioni dovevano fare fronte -allora come oggi- consistevano nel reperire i fondi, nell’organizzazione logistica dei trasporti e della permanenza in loco, nell’approvvigionamento di materiali e rifornimenti, nell’ingaggio degli operai locali. Alle difficoltà delle fasi preparatorie si aggiungevano gli imprevisti più diversi, le dure condizioni di vita e di lavoro sul cantiere, i rapporti con le autorità e con i colleghi: “tutte situazioni che rendono ancor più suggestiva e meritoria l’opera svolta in quegli anni”. L’ingente mole di reperti portata in Italia testimonia l’intensa attività di scavo, documentazione, studio e catalogazione svolta.