Un servizio postale piuttosto sconosciuto, anche perché molto spesso gli invii che lo utilizzano non richiedono affrancatura e per questo sono caratterizzati da una specifica serie di normative.
Ora Marco Occhipinti, per conto dell’Associazione italiana di storia postale, ha cercato di offrire una trattazione che -lo dice il sottotitolo- si spera sia definitiva. È “Le carte punteggiate ad uso dei ciechi”, secondo quaderno del sodalizio (64 pagine con immagini a colori dei pezzi, diversi dei quali di Beatrice Carbè; 30,00 euro).
Proprio per fare luce sull’argomento rimediando a “inesattezze o affermazioni poco chiare” scritte in passato (è quanto annota nell’introduzione il presidente del sodalizio, Luca Lavagnino), si punta soprattutto “alle fonti primarie, cioè la consultazione di decreti, circolari, comunicati, bollettini” in argomento. Le note riportate -aggiunge l’autore- rappresentano “la sintesi di tale ricerca”; i riferimenti consentono all’interessato di verificare in autonomia quanto riguarda i cecogrammi (è disponibile un file pdf con i documenti citati). Curioso il capitolo dedicato a lotterie e concessioni speciali.