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editor Fabio Bonacina

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Dalle pagine di “Poste e telecomunicazioni”, la sintesi del mito per colui che viene ricordato quale patrono dei portalettere

A dodici chilometri da Jesi, presso la vetta di una collina a 250 metri sul mare, sorge Belvedere Ostrense (Ancona)… Comincia così un articolo pubblicato da “Poste e telecomunicazioni” esattamente mezzo secolo fa, nel 1962.

Lo scritto è dedicato a san Rufo, protettore dei portalettere la cui ricorrenza scocca ad ogni 28 novembre. Secondo la tradizione, nella locale chiesa che porta il nome dell’apostolo Pietro “riposano e sono venerati i resti mortali del più antico dei portalettere cristiani”, appunto il martire Rufo. “Nulla si conosce della sua vita: se ne hanno il nome, alcune sue ossa, una ampolla contenente il suo sangue e, importantissima, una lapide funeraria”.

Più o meno, la storia che viene raccontata dal periodico è nota: l’ipotizzata uccisione durante le persecuzioni di Diocleziano, il ritrovamento dei resti, probabilmente verso la fine del Settecento, nelle catacombe di Roma, l’attribuzione (oggi non più certa) del martirio, il termine “tabellarius” presente sulla pietra che ne qualifica la professione quale sorta di postino. E poi, il generico culto dei perseguitati per la fede, che nel 1808 indusse il pievano di Belvedere, don Antonio Caprini, a chiedere una reliquia per il paese. E l’arrivo, accolte “da solenni feste popolari”, delle spoglie di Rufo. Nel 1908 queste “furono ricomposte in una pregevole statua di cera, ricoperta da drappi di seta”; racchiuse in una grande urna, sono collocate ancora adesso in uno degli altari.

“Nel 1958, infine, ricorrendo il centocinquantesimo anniversario della traslazione, alle manifestazioni religiose e folcloristiche si accoppiò la festa dei portalettere”. Del comitato d’onore faceva parte il ministro per le Poste e le telecomunicazioni Alberto Simonini, mentre il sottosegretario Umberto Delle Fave conferì “medaglie d’oro e diplomi ai portalettere di zona rurali più anziani e meritevoli”.

Come appare adesso la teca con i resti di san Rufo a Belvedere Ostrense (Ancona)
Come appare adesso la teca con i resti di san Rufo a Belvedere Ostrense (Ancona)



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