Nonostante sia passata qualche settimana dalla proposta, non sembra che abbia ottenuto dei proseliti. È quanto aveva formulato la Cgil di Verbania secondo un articolo di Filippo Rubertà pubblicato dal quotidiano “La stampa”: per mantenere l’occupazione e la presenza sul territorio, soprattutto nelle aree di montagna, Poste italiane dovrebbe puntare anche ai trasporti. Ovvero, effettuare dei collegamenti tra le città ed i paesi dell’area sia per singole persone, sia per gruppi. Così da soddisfare necessità quotidiane e persino obiettivi turistici. Alla mente arriva subito quanto realizzato da decenni in Svizzera, dove le corriere che raggiungono grandi e piccole comunità sono targate Autopostale, un tempo come ora facente parte del “gigante giallo” (di fatto, dal 2006 si presenta come una società del gruppo La posta). Una scelta diversa quella raggiunta dall’Austria. Per le strade viaggiano ancora i mezzi di Postbus ma, nonostante il nome ed il corno che caratterizza il logo, non hanno più nulla a che fare con lettere e pacchi. Nel 2001 la rete venne trasferita ad Österreichische industrie holding, per finire quattro anni dopo ad Österreichische bundesbahnen, ossia alle Ferrovie federali. Nel cui ambito ancora attualmente garantisce le prestazioni.
Se i postali trasportano persone
04 Gen 2018 00:30 - NEWS FROM ITALY
L’idea emersa a Verbania qualche settimana fa non sembra abbia riscosso successo. I casi, opposti, di Svizzera ed Austria