Un progetto che vede Poste italiane lavorare accanto, per esempio, ad Unione Europea e a due ministeri: da una parte il dicastero ad Istruzione, università e ricerca, dall’altra quello allo Sviluppo economico. Si chiama “Lamrecor” e si concentrerà, tra febbraio e maggio del prossimo anno, su Calabria, Campania, Puglia e Sicilia con due obiettivi principali: migliorare la sicurezza del portalettere ed ottimizzare i flussi logistici. Il test coinvolgerà ottanta addetti ed altrettanti fra moto e quadricicli elettrici.
Nella prima circostanza si tratta di sperimentare dispositivi (fra cui il casco protettivo elettronico) in grado di indurre l’utente a prestare maggior attenzione alla propria incolumità, impiegando segnalazioni acustiche e visive per evidenziare l’eventuale comportamento errato. Al tempo stesso, mira a gestire le telefonate di emergenza, a ridurre i rischi con gli animali aggressivi (il sistema si avvale di strumenti ad ultrasuoni) ed a migliorare la manutenzione dei mezzi.
La seconda esigenza parte con l’analisi delle tracciature lasciate dai contenitori della corrispondenza. L’elaborazione dei dati -è l’auspicio- dovrebbe permettere delle previsioni di medio periodo sui flussi e rendere più efficiente il lavoro, intervenendo in particolare sull’impiego dei furgoni e sui loro percorsi, soprattutto tra i centri meccanizzati e quelli di recapito.