C’è pure una rarissima prima edizione della lettera che Cristoforo Colombo scrisse ai reali di Spagna annunciando la scoperta di una terra fino a quel momento sconosciuta. Il documento -viene ricordato- è di “fondamentale importanza per capire le attitudini degli europei verso il Nuovo mondo”. Il mittente è affascinato dalla bellezza dei luoghi e dalle miti popolazioni che incontra, ma al tempo stesso “le sue parole lasciano intravedere le depredazioni” che l’Occidente apporterà.
Il reperto si trova alla mostra “Meravigliose avventure. Racconti di viaggiatori del passato”, accolta fino al 6 gennaio presso la Galleria estense di Modena. Curata da Martina Bagnoli ed Annalisa Battini, seleziona testi illustrati, appartenenti al patrimonio della Biblioteca estense universitaria, oltre a quadri, sculture, arti decorative e materiale etnografico provenienti da istituzioni terze; l’insieme è in grado di verificare come l’esperienza sia stata vissuta da esploratori, mercanti, fedeli tra il XV e il XIX secolo. Lontani dalle moderne guide turistiche, le relazioni annuali dei missionari (spesso epistolari) e i libri pubblicati da commercianti, ambasciatori, studiosi e curiosi, rappresentarono testimonianze di valore ineguagliabile per la conoscenza di popoli e società ancora poco noti in Occidente.
A colpire l’osservatore non erano soltanto la vita quotidiana e i costumi spesso inconsueti, i monumenti, le corti opulente dei sovrani, ma anche le caratteristiche naturali dei territori e la loro cultura. Numerosi sono infatti i lavori che riservano ampio spazio alla descrizione dei riti religiosi e alla lingua.
La rassegna riscopre inoltre alcune figure del passato, quali Francesco Cemelli Careri, Jean de Mandeville, Sybilla Merian, Giovan Battista Ramusio, Matteo Ricci che, con le loro attività, aiutarono i governi europei.
Sei le sezioni offerte dal percorso; riguardano i pellegrinaggi in Terrasanta (avviati già nel Trecento), il Vicino Oriente, l’Africa (in particolare le aree interne, per lungo tempo rimaste sconosciute), l’Estremo Oriente (soprattutto l’India), le Americhe. La chiusura è dedicata ad opere d’arte che rispecchiano lo scambio tra culture, tecniche e materiali.