La mostra si è svolta nel fine settimana scorso ed ora resta la pubblicazione, volta a documentare come anche una cittadina di ridotte proporzioni abbia storie da raccontare. Sono servite 80 pagine “A4” con illustrazioni a colori per approfondire -lo annuncia il titolo- “La posta a Settimo Torinese dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia”. Autore: Gian Franco Mazzucco, che ha realizzato il lavoro in proprio (10,00 euro spese di invio comprese, gianfrancomazzucco1@alice.it).
Rispetto al capoluogo regionale, la località si trova a dodici chilometri verso nord-est, lungo la strada d’epoca romana che portava a Pavia, annota nella pagina introduttiva il presidente onorario dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, Italo Robetti. Nel corso dei secoli, la sua importanza consisteva soprattutto nella posizione; ancora nel 1720 ospitava una stazione di posta cavalli, prima tappa del percorso diretto a Vercelli che poi, varcato il confine, raggiungeva Novara e Milano.
Solo nel 1818 venne aperto un supporto postale di quarta classe ed è da qui che, di fatto, parte la ricostruzione, ricca di documenti, spedizioni, cartoline, bollature. Tra gli aspetti toccati, il trasporto dei dispacci con la ferrovia, le esenzioni, il corriere durante le Guerre mondiali.