Prima è uscito “I francobolli degli ultimi re”, realizzato nel 1990 da Nino Aquila e relativo alle sette cartevalori emesse dalla Sicilia ottocentesca. Quattordici anni dopo, con Francesco Orlando, è giunto “La posta fra due re”, dedicato alla transizione verso il Regno d’Italia e alle produzioni di Vittorio Emanuele II annullate con i vecchi bolli borbonici, in quel momento non ancora sostituiti. Quest’anno infine, ad un secolo e mezzo dalla serie di Ferdinando II, è arrivato il lavoro, firmato dagli stessi autori, “Sicilia - I timbri del nuovo re”. Lavoro inerente al servizio postale durante il periodo sardo-italiano e alle bollature impiegate nell’isola fino, per alcune situazioni, al 1866.
Si completa così la trilogia firmata dalla Giulio Bolaffi editore, che raccoglie -sottolineano i due esperti- “tutto quanto sia stato peculiare delle Poste siciliane, prima che esse venissero definitivamente ed irreversibilmente omologate alle metodologie ed alle emissioni che hanno caratterizzato il servizio postale nazionale”.
Costituito da 488 pagine di grande formato a colori, ha un prezzo di copertina di 275,00 euro. Notevole è l’impianto iconografico, anche perché l’intenzione è offrire al lettore un inventario dei documenti viaggiati, dando una valutazione di riferimento a punti.
Se il primo capitolo propone una introduzione storica e storico-postale, il secondo entra nel vivo della materia. Affronta, infatti, il periodo e le attinenti tariffe ed è illustrato con numerosi reperti. Comprende un quadro sinottico delle bollature sardo-italiane organizzato per località, da Acireale a Vizzini, mentre una seconda lista riguarda gli “ufizi” e le “distribuzioni”, da Aidone a Vittoria, istituiti sotto il Regno d’Italia.
Pure il terzo, riservato ai timbri italiani a doppio cerchio e datario con rosetta, è ricco di riproduzioni, questa volta concernente le località, da Alì a Ventimiglia, che ne furono dotate tra il febbraio 1862 e il 30 aprile 1866.
La posta in mare e la corrispondenza diretta all’estero sono le protagoniste dei successivi due capitoli, a corredo dei quali viene offerto un ulteriore apparato iconografico e di orientamento.
Il volume si chiude con l’ultima parte, la sesta, che rappresenta quasi un omaggio a chi ha condiviso la passione in precedenza: elenca, infatti, i collezionisti e gli studiosi che hanno esaminato e valorizzato il settore, da Emilio Diena a Giulio Bolaffi e Marco De Marchi. Non manca, per chi si occupa di singole aree, l’indice analitico che lista, fra l’altro, i luoghi citati.