Curioso vedere francobolli citare l’affrancatura meccanica, soprattutto un tempo considerata un temibile rivale. Le cose sono andate diversamente e ora queste apparecchiature, perlomeno in Belgio, hanno raggiunto il secolo. Da qui la celebrazione: un dentello “2” nazionale raccolto in fogli da cinque (14,90 euro) con prevendita dal 25 gennaio e ai restanti sportelli due giorni dopo. Progettata da Geert Wille, la carta valore propone un’impronta della Timbrographe; la sigla “E 101” si riferisce alla prima macchina di questa ditta, utilizzata a Bruxelles dalla Compagnie ardennaise de transports et messageries van Gend. Sul bordo della confezione, la pubblicità dell’azienda Vuye & Milet, risalente al 1928. Dall’1 agosto 1925 “Applicare i francobolli gommati non è complicato... Ma diventa una vera e propria impresa quando si spediscono centinaia di lettere, volantini e giornali ogni giorno”. Queste furono le parole di un certo Carle Busch, quando fece domanda di brevetto per la sua macchina affrancatrice a Londra nel 1884. Fu solo nel 1920 che il congegno ottenne il via libera per l’uso, durante il settimo Congresso dell’Unione postale universale tenutosi a Madrid. Valido sia per il corriere nazionale che per quello estero, sempre sotto il controllo delle amministrazioni postali. Il dispositivo consentiva di stampare l’importo direttamente sulle buste, un enorme balzo in avanti in termini di velocità e precisione. Nel Paese nordeuropeo il sistema venne introdotto l’1 agosto 1925, in seguito al decreto reale del 7 maggio, a quello ministeriale del giorno seguente e all’ordine di servizio 43 del 13 giugno. I primi modelli funzionavano in modo meccanico ed erano azionati manualmente o elettricamente. Solo negli anni Settanta apparvero sul mercato le versioni elettroniche. Le attuali sono ancora più sofisticate.

