Il confronto sarà antipatico, ma serve per capire. Nel giro di quattordici anni, il Bel Paese ricorderà don Carlo Gnocchi attraverso due francobolli. Il 41 centesimi del 25 ottobre 2002 l’ha citato nel centenario trascorso dalla nascita. Il prossimo 27 febbraio arriverà il secondo, emesso per il sessantesimo anniversario della scomparsa, ad un costo più che raddoppiato, 95 centesimi. Sono stati concepiti per espletare lo stesso servizio, trasportare una lettera ordinaria entro i venti grammi di peso. E già questa è un’indicazione sugli aumenti intercorsi nel frattempo.
Ad una crescita degli oneri non corrisponde, tuttavia, un miglioramento nella comunicazione. Il primo esemplare, dovuto a Rita Fantini, racconta il personaggio, l’esperienza tra gli alpini e l’impegno con i bambini. Il secondo, che porta la firma di Cristina Bruscaglia, purtroppo non riesce ad andare oltre al mero ritratto. Solo il colletto fa pensare, forse, che si tratti di un prete. Un peccato.
Il nuovo dentello è autoadesivo; conta su ottocentomila esemplari predisposti in fogli da quarantacinque. L’educatore e sacerdote che -così lo presenta Poste italiane- “dedicò la sua vita all’assistenza delle piccole vittime della guerra” verrà rammentato, per il debutto, anche attraverso il bollettino illustrativo curato dalla Fondazione “Don Carlo Gnocchi” e con l’annullo in uso all’ufficio postale Milano Palazzo della Regione (un ulteriore manuale sarà impiegato il giorno seguente, sempre in città).