Nelle settimane scorse gli attriti più drammatici con i tafferugli, che hanno attirato l’attenzione dei media internazionali per il “trasloco” forzato del monumento al militare sovietico di Tallinn. E poi, lo strano blocco informatico subito dall’intero Paese, uno fra i più evoluti nel settore. Ora, a mente fredda, l’affondo dentellato. Sarà domani agli sportelli il foglietto da 8 corone, equivalenti a 0,51 euro, con cui l’Estonia ricorda le deportazioni patite tra 1941 e 1951 e le vittime del genocidio perpetrato durante il periodo stalinista. “In aggiunta alle esecuzioni e alle condanne ai campi di lavoro -precisano agli sportelli postali- il regime comunista, imposto in Estonia dopo l’invasione sovietica del 1940, organizzò deportazioni di massa con l’obiettivo di isolare la parte migliore della società nazionale”. Le peggiori furono registrate nel 1941 e del 1949. Solo il 14 giugno 1941 oltre diecimila persone, quasi l’80% donne, bambini ed anziani, vennero caricate, sotto la minaccia delle armi, nei carri bestiame e condotte verso oriente. La maggior parte morì durante il viaggio o nel primo anno di esilio. Un secondo importante esodo è stato registrato il 25 marzo 1949, quando finirono in Siberia ventimila persone e altre diecimila subirono ulteriori persecuzioni prima di venire deportate.
Tallinn-Mosca, alla crisi strisciante si aggiunge il francobollo
13 Giu 2007 14:52 - FROM ABROAD