Tempo di bilanci per il Vaticano; la notizia riguarda le effettive tirature registrate nel 2018. Da qualche anno, infatti, l’Ufficio filatelico e numismatico annuncia dei numeri autorizzati, che poi adatta alle esigenze reali. L’aspettativa massima, ovvero l’importo più alto, è stato riconosciuto al francobollo per don Giuseppe Puglisi, stimato in 360mila unità e a conti fatti sceso a 300mila. Seguono Cupola di santa Maria del Fiore e Pasqua, entrambi fissati a 250mila: in bilancio risultano 200 e 100mila. Si pensava a quota 200mila per gli omaggi a padre Pio (deciso invece a 160mila), papa Francesco nell’anno VI (150mila), Paolo VI e Giovanni Paolo II (100mila). Scendendo, tre le voci ipotizzate a 150mila: Gioacchino Rossini (confermata), PostEurop (in verità 100mila), Angelo Secchi e Maria Gaetana Agnesi (60mila). A 120mila si presenta la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (immutata). A 100mila ecco “Anno europeo del patrimonio culturale” e “Centesimus annus pro pontifice” (entrambe definite ad 80mila). L’80mila era il limite teorico per il foglietto anno VI (poi calato a 70mila), la lingua liturgica slava (lo stesso) ed il Sinodo dei vescovi (60mila). Proseguendo ancora nella lista, diversi titoli avevano come barriera proprio il 60mila. Dati alla mano, convalidati a tale traguardo risultano i tributi a Canaletto e Tintoretto nonché il Natale, sia in fogli che in carnet; il medesimo quantitativo, poi decurtato a 50mila, riguarda i viaggi del papa lungo il 2017, Adeodato I e Zosimo. Decisamente più basse le cifre per gli interi: la busta dedicata al pontefice era valutata in 20mila, quindi ridotta a 15mila; l’aerogramma per Marcelo González Martín è passato da 16mila a 11mila; le cartoline inerenti all’Abbazia di san Miniato al Monte di Firenze da 15mila a 12.500.
Tirature 2018, queste le definitive
05 Giu 2019 16:18 - VATICAN
Il confronto tra i valori massimi autorizzati e quelli effettivi di tutte le emissioni giunte l’anno scorso in piazza San Pietro
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