Se in Toscana l’intesa con Poste italiane non ha evitato il sorgere di proteste (un esempio che si fa notare è stato richiamato nella news precedente), in Friuli-Venezia Giulia le cose pare siano precipitate. Il documento sottoscritto in novembre aveva sospeso il provvedimento di chiusura degli uffici, per consentire che i Comuni o la Regione trovassero soluzioni capaci di garantire la sostenibilità economica e superare il programma di razionalizzazione. Però -spiega una nota di fonte sindacale- l’azienda “ha sostenuto l’esisto negativo delle trattative con le istituzioni”. Prendendo atto di ciò, le organizzazioni dei lavoratori non hanno potuto far altro che agire per ricollocare il personale. Definito, inoltre, un rafforzamento degli sportelli, prevedendo tre addetti in più per la provincia di Pordenone e due per quella di Udine. Saranno scelti tra i dipendenti applicati al recapito e alla logistica che hanno superato i colloqui di selezione. Gli stessi sindacati, unitariamente, “contestano il disinteressamento da parte della Regione”. I tagli toccano in gran parte la montagna, “che in questo modo continua a depauperarsi di servizi. Altre regioni, come ad esempio la Toscana, hanno saputo fare accordi”. La società, comunque, si è dichiarata disponibile a valutare eventuali proposte che dovessero venire presentate entro il 29 dicembre. A partire da tale data, è prevista la chiusura delle sedi di Andreis, Bulfons, Campagna di Maniago, Fagnigola, Fusine Valromana, Giais, Piano d’Arta, Piedimonte Calvario, San Martino di Campagna, Sanguarzo, Taiedo e Timau.
Trattativa fallita in Friuli-Venezia Giulia?
16 Dic 2012 16:33 - NEWS FROM ITALY
I sindacati accusano la Regione di essersi disinteressata alle chiusure. L’ultimo termine dato da Poste italiane per non procedere alla razionalizzazione è il 29 dicembre