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editor Fabio Bonacina

27143 news from 8/3/2003

L'impostazione, per ora introdotta all’agenzia di Roma 62, è firmata dall’architetto Massimo Iosa Ghini e dal suo gruppo di lavoro

Uffici chiusi (qui un altro esempio) per permettere il rinnovamento degli ambienti
Uffici chiusi (qui un altro esempio) per permettere il rinnovamento degli ambienti

Se per le procedure tecnologiche Poste italiane ha creato una “demo room” dove simulare la realtà, in altre situazioni l’azienda è costretta a provare ancora sul campo. Ad esempio, per valutare versioni alternative all’arredo degli uffici. È accaduto all’agenzia 62 di Roma, situata all’interno della “Sapienza”, la città universitaria. Per sistemarla saggiando nuove strade è stato coinvolto l’architetto Massimo Iosa Ghini.

L’approccio -precisano da Iosa Ghini associati srl- “è stato pensato per favorire il contatto diretto del cliente”. L’organizzazione degli spazi, della segnaletica e degli strumenti di comunicazione è concepita così da indirizzare l’utente all’operatore in grado di rispondere alle sue necessità. “All’interno dell’ufficio postale monitor touch screen veicolano le informazioni in modo intuitivo. Basta sfiorare lo schermo e lasciarsi guidare per avere notizie sui prodotti, sui servizi e sui canali di distribuzione”.

I pannelli retro illuminati, il design degli elementi multimediali e di quelli di protezione visiva laterali, il sistema modulare, le sedute di attesa informali e l’utilizzo dei materiali innovativi “donano all’ambiente contemporaneità e funzionalità”.

Uno degli aspetti su cui si è voluto puntare è il fai da te. Ad esempio con i chioschi “posteself”, che “permettono al cliente di effettuare la maggior parte delle operazioni tradizionalmente svolte allo sportello in completa autonomia e senza alcuna attesa”; qui è possibile, inoltre, ricaricare le carte “Postepay” e telefoniche.

Gli interventi si differenziano in funzione degli spazi, cioè aree self-service, relazionale e transazionale, “con l’obiettivo di allineare l’immagine «corporate» con il percorso di rinnovamento che Poste italiane sta intraprendendo a tutti i livelli dell’organizzazione: il «concept» sviluppato è stato studiato in linea con le evoluzioni dell’azienda che sta implementando i suoi servizi”. Tenendo presente che la crescita e lo sviluppo dei servizi offerti da Poste italiane tendono “alla multidisciplinarietà e alla pluralità di servizi rispetto al tradizionale servizio di spedizione, con un immaginario di riferimento fatto quindi di fluidità, flessibilità e funzionalità” che Massimo Iosa Ghini ha trasferito sul design della agenzia grazie all’utilizzo di forme morbide, curvelinee, e all’impiego di materiali luminosi e quasi trasparenti, specie per la zona di attesa.

Il caso di Roma 62 è, almeno per ora, l’unico ripensato dalla società dell’architetto.

Gli interni secondo Massimo Iosa Ghini
Gli interni secondo Massimo Iosa Ghini



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