Anche i maggiori rappresentanti dell’Unione Europea, cioè i presidenti della Commissione Ursula von der Leyen e del Consiglio Charles Michel, si sono prestati a sostenere la campagna di Ukrposhta, finanziata dalla stessa Ue, per sostituire, attraverso appunto l’operatore postale locale, le tradizionali lampade con quelle a led; consumano meno e dunque sono più adatte a “reggere” in una rete continuamente bombardata dalla Russia. Nelle foto si vedono i due delegati alle Poste centrali di Kiev durante la visita del 3 febbraio, caratterizzata -proprio mentre erano nell’immobile- dall’ennesimo allarme. In una settimana dall’avvio del programma, già è stato consegnato il primo milione di lampadine (ogni adulto ne può ritirare cinque).
Intanto, da questo mese l’azienda ha riaperto cinque uffici nell’oblast di Cherson, tre nel capoluogo omonimo (73034), a Novoraisk (74360) e Vysokopillia (74000), mentre i restanti sono mobili (73419 e 73444). Ora è coperto il 99% degli insediamenti liberati nella regione impiegando ventisei sedi fisse e undici su ruote.
Segnalato il contributo degli abitanti delle isole di Bornholm (Danimarca) e Saaremaa (Estonia). Grazie pure al supporto dei rivenditori e degli sfollati, con 30mila euro hanno acquistato a proprie spese cinque veicoli e li hanno riempiti di aiuti umanitari (lampadine, batterie, termosifoni, sacchi a pelo, vestiti, biancheria intima termica, cibo, cancelleria, vitamine, computer, stampanti…) per la comunità del distretto di Izjum nella regione di Charkiv, che ha bisogno di aiuto dopo la liberazione dall’occupazione moscovita.