Tutto sommato, delle attività tradizionalmente “cartacee” garantite dalla Polizia postale e delle comunicazioni resta ben poco. Almeno a livello di sintesi annuale. Basta vedere il bilancio sottoscritto per il 2022, dove -tra gli ambiti di intervento- spiccano la prevenzione e il contrasto alla pedopornografia on-line, la protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, la criminalità informatica finanziaria, le minacce eversivo-terroristiche.
Se si vuole, più vicino al comparto postale ecco il contrasto alle truffe digitali con 3.541 persone deferite all’Autorità giudiziaria, in particolare nel settore del commercio elettronico. In merito ai fenomeni di “phishing”, “smishing” e “vishing”, tecniche utilizzate per carpire illecitamente dati personali e bancari così da operare sui sistemi di “home banking”, sono state identificate e indagate 853 persone (+9% rispetto all’anno precedente).
Dal 21 ottobre scorso la specialità ha assunto una nuova organizzazione; i vecchi Compartimenti sono diventati Centri operativi per la sicurezza cibernetica (Cosc) e hanno competenza regionale; le Sezioni polizia postale e delle comunicazioni si chiamano Sezioni operative per la sicurezza cibernetica (Sosc) e operano nelle singole province.
Vi sono poi i Nuclei operativi per la sicurezza cibernetica (Nosc), presenti all’interno dei Cosc; svolgono anche la funzione di organo periferico per il ministero dell’Interno circa la regolarità dei servizi di telecomunicazione.
Alcuni uffici -viene precisato- “sono stati accorpati in ragione dei principi di razionalità organizzativa”. In particolare, i Compartimenti di Basilicata e Molise adesso sono Sezioni operative per la sicurezza cibernetica di livello distrettuale, alle dipendenze del Cosc Campania.