Perché “Friuli Venezia Giulia” e non, come dice la Costituzione all’articolo 131, “Friuli-Venezia Giulia”? Il quesito ha una sua valenza formale: lo aveva sottolineato l’anno scorso il ministro Carlo Giovanardi a proposito del dentello per l’Emilia-Romagna, anche in quel caso privo del trattino che identifica due realtà distinte (“Vaccari news” del 28 agosto).
Ed ora il Bel Paese sembra riprovarci, con uno dei quattro esemplari da 45 centesimi dedicati alla seconda tranche della serie “Regioni”. Serie che uscirà il 18 marzo, dunque in concomitanza con “Milanofil”. Non a caso, lo stemma della Lombardia presente sui bordi è alternato al logo del salone collezionistico (ogni foglio ha cinque stemmi e cinque loghi), mentre per gli altri valori compare solo l’emblema dell’Ente (dieci emblemi). La tiratura ammonta a 4,5 milioni di serie.
Diversi i soggetti impiegati, alcuni dei quali già proposti nel passato in formato postale: per la Lombardia sono stati scelti la Certosa di Pavia e l’Arca di Gian Galeazzo Visconti qui conservata; dal Friuli-Venezia Giulia giungono il Castello di Miramare ed il bassorilievo conosciuto come la Nave di Aquileia; un profilo femminile tratto dagli affreschi provenienti dalla Villa dei Misteri di Pompei caratterizza la vignetta dedicata alla Campania; i Bronzi di Riace sono invece l’elemento individuato citando la Calabria. In tutti i disegni appaiono poi un nastro tricolore nonché lo stemma ed il territorio regionali.
L’emissione verrà salutata da annulli speciali in uso nei rispettivi capoluoghi: Milano (sportello della Fiera), Trieste, Napoli e Catanzaro.