Una serie sofferta, quella dedicata al secolo trascorso dall’unione del Veneto e del Mantovano all’Italia e dalla battaglia di Bezzecca. Sarebbe dovuta uscire il 22 marzo 1966, ma puntuale arrivò soltanto il 40 lire inerente la prima commemorazione.
Lo testimonia una nota di Enzo Diena, pubblicata sul “Collezionista” (in quel momento settimanale!) del 9 aprile 1966. Il Consiglio dei ministri aveva autorizzato l’emissione di tre francobolli, essendo il terzo dedicato all’“Obbedisco” di Giuseppe Garibaldi. E il debutto sarebbe dovuto avvenire il 9 agosto, data del famoso telegramma. Ma Venezia e Mantova non gradirono, poiché ognuna aveva in animo celebrazioni ufficiali lungo le proprie giornate di riferimento. E, nel frattempo, il terzo soggetto si perse.
Il secondo giro di boa, richiamato in un 90 unità, sarebbe stato disponibile soltanto dal 21 luglio seguente. Riproduce -certifica il bollettino illustrativo- il particolare di un quadro dove è rappresentato lo scontro, “dipinto dal pittore F.Zonaro (Museo del Risorgimento - Milano)”. Però, l’immagine della carta valore stampata sul documento, ed anche i francobolli effettivamente giunti agli sportelli, in “ditta” portano “F.Zanaro”. Lo stesso numero del periodico torinese parla di un “modesto errore”, perché sarebbe dovuto essere “F.Zonaro”.
Le cose sono più complicate, almeno a sentire la testimonianza di Giorgio Zennaro, figlio del cugino di Felice Zennaro, artista al quale oggi l’opera, anche al Museo del Risorgimento, è riconosciuta. Questa venne donata dall’autore a Giuseppe Garibaldi (che compare nel quadro, ma nel dentello fu “tagliato”). Su una riproduzione fotografica restituita all’artefice per ringraziarlo, il destinatario scrisse erroneamente Felice Gennaro. Ma c’è appunto anche quel Fausto Zonaro, contemporaneo e specialista in scene nordafricane o mediorientali, cui per un lungo periodo il lavoro è stato attribuito…