Pensare che la globalizzazione è nata con il telegrafo. Prima della sua invenzione, per scambiare una notizia commerciale tra Londra e New York occorreva attendere una decina di giorni, il tempo necessario alla nave per attraversare l’oceano.
Eppure, almeno a livello collezionistico, il settore appare sostanzialmente nuovo, e Valter Astolfi, l’autore del volume “Il telegrafo in Italia 1847-1946”, non ha difficoltà ad ammetterlo. Nuovo negli aspetti positivi (non c’è concorrenza e i pezzi hanno in genere costi abbordabili) e negativi (proprio perché nessuno chiede tale materiale, si fa fatica a trovarlo ed occorre frequentare ambienti diversi dal filatelico, come quello cartaceo o antiquariale).
“All’inizio -scrive il presidente dall’Aicpm Piero Macrelli (il sodalizio ha edito il volume) nella presentazione- il sistema telegrafico era nettamente distinto da quello delle poste, ma era naturalmente fratello, e tali e tante furono le commistioni che, quasi naturalmente, in poche decine d’anni ovunque le due amministrazioni statali si fusero. Parlare di telegrafo, quindi, è naturale per chi si interessa di posta; e collezionare ne è il passo successivo”.
In 352 pagine a colori (40,00 euro), il lavoro considera un secolo di documenti, particolarmente articolati soprattutto per quel che riguarda gli Antichi Stati, in quanto ogni realtà preunitaria impiegava spesso non solo tecniche ed apparecchi differenti dalle altre, ma pure le norme e la modulistica mutavano.
Il lavoro -sottolinea Astolfi- è circoscritto alla versione elettrica; è stato voluto con l’ottica del catalogo organizzato secondo i formulari e, dove possibile, evidenziando i risvolti postali, che variavano secondo i tempi, anche in base alle norme internazionali. Quattro le sezioni: Antichi Stati, società concessionarie, Regno d’Italia nell’Ottocento e nel Novecento; nell’ambito di ciascun Paese vengono affrontati tre campi: il quadro generale, quello normativo e la modulistica (puntando in particolare su ricevuta rilasciata al mittente, busta e comunicazione pervenuta al destinatario).
Non vi sono valutazioni monetarie, ma sei scaglioni di rarità. Con questa impostazione pare non sia mai stato pubblicato nulla, “nemmeno in altri Paesi”.