Il mondo del neerlandese raccontato in una chiesa sconsacrata attraverso proiezioni ad alta definizione. È la mostra “Van Gogh e i maledetti”, che Firenze sta ospitando (fino al 31 marzo) presso il complesso che porta il nome di santo Stefano al Ponte, ora denominato “cattedrale dell’immagine”.
Tra le tante opere selezionate, non poche sono finite tra i francobolli. A mero titolo esemplificativo, e senza contare le diverse versioni, ecco gli oli su tela “Autoritratto” (Francia, dentello per la lettera “verde” dell’1 aprile 2016), “Caffè di notte in place Lamartine ad Arles” (Romania, 3,00 lei del 29 marzo 1991), “Campo di grano con corvi” (San Marino, 0,62 euro del 24 gennaio 2003), “Dodici girasoli in un vaso” (Paesi Bassi, 0,59 euro del 2 gennaio 2003), “La camera di Vincent ad Arles” (Saint Christopher, 10,00 dollari in foglietto del 26 maggio 2016), “La notte stellata” (Ruanda, 5,00 franchi del 4 agosto 1980).
Non mancano le tavole che riprendono il portalettere Joseph Roulin. Alcune missive sono citate nella parte introduttiva della rassegna, caratterizzata da infografiche e monitor.
Voluto da Crossmedia group, l’allestimento propone immagini ad altissima definizione proiettate su qualsiasi superficie o elemento architettonico presente. Si tratta di un racconto digitale di sessanta minuti commentato da una colonna sonora. Secondo i promotori, “si prefigge di coinvolgere emotivamente il pubblico nella controversa vicenda umana e artistica di Vincent van Gogh”, cui fanno da contrappunto le vite e i lavori di alcuni grandi pittori coevi, “accomunati dall’esistenza travagliata e dall’anticonformismo”. Fra loro, Paul Cézanne (1839-1906), Paul Gauguin (1848-1903), Amedeo Modigliani (1884-1920).