Ma come nacque il “Catalogo della Vittoria”, presentato (news precedente) il 30 aprile del 1923 a Vittorio Emanuele III? “Fino dal secondo Congresso filatelico italiano, tenuto a Torino nel 1911, fu espresso il voto che si provvedesse alla pubblicazione di un catalogo di francobolli in lingua italiana”, si legge nella prefazione. Poi, l’interesse si concentrò esclusivamente sulle produzioni nostrane, ma con l’obiettivo che il mercuriale fosse “ampiamente descrittivo e storico”. Un primo esperimento, concordato con la Yvert & Tellier, arrivò nel 1915 sotto appunto al nome di “Catalogo speciale storico-descrittivo dei francobolli d’Italia, dal periodo precedente l’Unità nazionale ai nostri giorni - Ex-Regni, Stati e Ducati, Regno d’Italia, Colonie, Uffici postali italiani all’estero, Repubblica di San Marino”. In seguito, si scelse di procedere ad una nuova edizione, deliberando che l’opera dovesse essere interamente italiana, “non solo quanto alla compilazione”, ma pure per la veste tipografica. La Prima guerra mondiale bloccò i progetti, che vennero ripresi nel 1920. A tale fine, venne costituita la Società anonima cooperativa editrice fra filatelisti italiani, con sede a Genova presso Ernesto Marini. Proprio il creatore degli album ricordato il 6 aprile scorso da una cartolina. Rispetto al titolo “francese”, il successivo “venne riveduto diligentemente in ogni sua parte e completamente rifuso, traendo il maggior partito non soltanto da ciò che si poté ricavare di utile dalle ricerche e dagli studi apparsi posteriormente, ma aggiungendo in molti luoghi… notizie e varietà completamente inedite”. Grazie all’opera dei compilatori (Emilio Diena presidente della commissione, con Alberto Bolaffi, Pompeo Fabri, Arturo Ermo Fiecchi, Leopoldo Rivolta) ed al supporto di alcuni altri appassionati. Tra le scelte, quella di non riportare prezzi, riconoscendo al Sindacato fra i negozianti di francobolli per collezione in Italia “ampia facoltà di dare in luce periodicamente dei listini di prezzi, compilati seguendo le numerazioni adottate dal catalogo”.
