Non era poi così “inesatta” la nota segnalata dal “Corriere della sera” qualche giorno fa e poi prontamente smentita. Che Poste mobile sia al centro di alcuni ripensamenti è la successiva notizia, secondo la quale il consiglio di amministrazione di Poste italiane ha approvato il progetto di scissione parziale del ramo d’azienda inerente la rete fissa, destinandolo alla capogruppo.
L’operazione -viene spiegato da quest’ultima- “è stata deliberata in coerenza con le strategie industriali”, che considerano realtà quali Poste mobile come “centri di eccellenza focalizzati sullo sviluppo delle offerte di servizi di loro competenza, puntando ad una gestione più integrata delle infrastrutture e dei sistemi digitali di gruppo con notevoli benefici sia in termini di costi che di qualità del servizio”.
La rete fissa è largamente utilizzata a supporto di tutte le principali attività interne. Sostiene, tra l’altro, uffici postali, impianti industriali, centri di elaborazione dati. Verranno sempre più integrati, “anche per effetto delle evoluzioni tecnologiche, nella architettura digitale di Poste italiane su cui sono stati avviati importanti investimenti”.
Il quotidiano milanese ipotizzava, inoltre, un passaggio successivo, per ora non verificatosi: la vendita della stessa Poste mobile.