Nel giugno scorso la prima parte dell’esperienza “Corrispondenze immaginarie” a Volterra (Pisa), dove operò l’ex ospedale psichiatrico più grande d’Italia. Nella cittadina toscana vennero ricopiate a mano da volontari 461 lettere (all’inizio si pensava a 365, una per ogni giorno dell’anno), scritte dai pazienti ospitati nella struttura ma mai spedite effettivamente. Scoperte tempo dopo, furono pubblicate nel libro “Corrispondenza negata. Epistolario della nave dei folli”.
Nel contesto del progetto guidato dall’artista Mariangela Capossela, le missive riscritte sono state spedite a chi si era detto interessato e ora, entro il 28 febbraio, questi deve rispondere all’ideatrice (casella postale 39, 56048 Volterra PI). L’obiettivo -spiegano i promotori- è “ricreare il dialogo interrotto dalla censura sanitaria”.